Valle d’Aosta
Quart AO
Nell’ultimo anno ha destato l’attenzione del nostro amico Joe Bastianich alla ricerca da sempre di prodotti di nicchia, con piccoli numeri e una grande storia. L’amaro Ebo Lebo è legato ad un curioso destino che lo lega agli Stati Uniti e al risveglio del loro amore per gli amari In particolare questo storico amaro, nato quasi quarantacinque anni fa dalla creatività di Lorenzo Ottoz, titolare della Laurent Ottoz, la più vecchia ditta di liquori della Valle d’Aosta, registrata nel 1902. «Era il 1973, ma da tanto tempo lui aveva in mente di produrre un liquore con quel nome doppio, Ebo Lebo: diceva che era bellissimo e che suonava dirompente e indimenticabile come “Coca Cola”» ricordano i famigliari di Ottoz, il cui marchio è stato acquistato una decina di anni fa da Rosset. Quel battesimo all’origine dell’amaro costituisce anche il DNA della sua ricetta: Ebo Lebo è infatti il nome, nel dialetto di Gressoney, della base della miscela, l’achillea millefoglie, una piantina alpina a cui già nell’antichità venivano attribuite proprietà toniche e digestive. Proprio per sottolineare quest’ultima, la ditta Ottoz crea un claim che si rivelerà uno dei più persistenti mai nati in Valle d’Aosta, finito come adesivo su decine di migliaia di automobili di turisti. Ancora oggi, gli over 60 che vedono la bottiglia recitano come un allegro mantra la frase: «con Ebo Lebo digerisco anche mia suocera». Ma è un altro il claim, più antico perché risale al 1921, quello che accompagnerà l’Ebo Lebo sul mercato americano: il celebre manifesto con il bambino che fa la pipì in un laghetto. Sotto si legge: «non bevete mai acqua», diventato per gli U.S.A. «never drink water» che Joe Bastianich ha adorato per questo lancio. L’Ebo Lebo è un meraviglioso amaro classificabile come alpino dove un sapore erbaceo invade il palato e dove a farla da padrona è una pianta che cresce in queste Valli: l’achillea millefoglie, con cui Achille, curò le ferite dei suoi compagni d’arme durante la mitica battaglia di Troia, conoscitore delle proprietà cicatrizzanti di questa pianta aromatica perenne. Un amaro dal classico colore caramello, limpido nella sua densità, avvolge il naso con un intenso profumo di erbe alpine che rimembrano la montagna, in bocca persiste e il suo sapore amaro riempie e sgrassa il palato. Fantastico come digestivo dopo pasto, con ghiaccio o con un goccio d’acqua per aprirne il flavor, in miscelazione perfetto per sostituire uno Chartreuse e dare carattere ad un perfetto Last Word o migliorare e dare spessore ad un Ramos Gin Fizz.
Matteo Zed