La montagna involontariamente è da sempre un incredibile laboratorio alchemico, straordinariamente dotato di una natura pulita dove erbe, radici, bacche, farri, fiori, frutti e cortecce crescono spontaneamente, da secoli selezionati e raccolti per farne infusi, distillati e liquori. La valle D’Aosta, incastonata nella natura alpina, rappresenta appieno queste caratteristiche, dove piccole distillerie, sapienti monaci, ma anche gli stessi abitanti hanno dimestichezza con l’uso delle botaniche alpine, lavorandole sapientemente e trasformandole in autentiche specialità liquoristiche. Tra queste piccole distillerie c’è anche Valdotaine, nata come ‘Grapperia’ nel 1947 a Verres, in “bassa valle” (così è chiamata la parte della valle d’Aosta che va da Pont Saint Martin sino al Monjovet-Saint Vincent) ed inizia a distillare grappa in piccoli alambicchi di rame con la distillazione tradizionale discontinua a vapore.
Nel 1978 La distilleria trasferisce la propria sede a Saint Marcel. La nuova logistica coincide con un forte momento di innovazione e crescita aziendale dove si ampliano le produzioni affinando le tecniche di distillazione e, iniziando a produrre grappe aromatizzate con erbe e frutti di montagna (la grappa di Papà Marcel) della tradizione montanara e i prestigiosi mono vitigni valdostani.
Un nuovo passo in avanti in questo senso avviene anche con la ristrutturazione della distilleria nel 1992, che porta l’inserimento di un alambicco di nuova generazione, fra i primi al mondo a distillare sottovuoto a bagnomaria. Ciò acconsente di estrarre tutti i profumi e aromi contenuti che nella distillazione tradizionale vengono perduti. La forte presenza delle botaniche alpine nel territorio e un’acqua color smeraldo che arriva dai ghiacciai alle spalle della distilleria, hanno ben presto portato l’azienda Valdotaine a voler scommettere sulla ricetta di un Amaro, in verità sulla rielaborazione di una precedente ricetta di un Amaro alle erbe montane ma che non aveva una sua decisa caratterizzazione. Le botaniche già utilizzate erano quelle classiche degli amari alle erbe: Achillea Moscata, Angelica (radice e semi), Assenzio Romano, Assenzio Gentile, Assenzio Pontico, Basilico foglie, Cardo Santo, Genziana radice, Issopo foglie, Maggiorana, Salvia Sclarea, Sambuco in fiori e Santoreggia.
Si è pensato dunque di dare una maggiore connotazione al mix sfruttando ancora il territorio circostante ed andando ad aggiungere una particolare specie di timo che studi degli anni 90, condotti in collaborazione con una nota azienda svizzera di caramelle alle erbe, avevano definito avere circa il 10% in più di oli essenziali rispetto alle altre specie conosciute, si è pensato dunque di accentuare il carattere montano del prodotto con una buona dose di Timo Volgare e di dare una nota di originalità utilizzando le radici di tarassaco essiccate e poi macinate, fino a farne una polvere sottile che si mette a macerare in acqua e alcol creando un estratto con una sua ben definita caratteristica aromaticità. I risultati delle prime prove furono estremamente incoraggianti, il gusto era originale, caratteristico e piacevole ma mancava un legante a tutti questi componenti. Da qui l’idea di utilizzare uno zucchero grezzo che avesse un suo gusto e non solo la capacità edulcorante, un gusto “amaricante” che legava egregiamente, grazie sue caratteristiche lievemente “liqueriziose,” col mix di botaniche completando e dando vita all’Amaro Dente Di Leone.
L’Amaro Dente di Leone si può definire un liquore d’erbe e, a differenza di molti amari, non contiene china o altre spezie similari, ma sopratutto non contiene coloranti. Il suo nome ovviamente deriva dall’utilizzo del tarassaco o dente di leone nella sua ricetta, un fiore considerato magico in antichità ‘generato dal carro di Dio mentre faceva il giro del mondo’, lo stesso fiore a cui si a cui vengono spesso affidati i sogni degli innamorati, e che nella mitologia classica ha nutrito per trenta giorni Teseo prima di affrontare vittoriosamente il Minotauro.
Esame Degustativo
Colore: molto limpido con un bellissimo color castagna con riflessi dorati.
Olfatto: delicato fortemente percepibile la componente erbacea
Gusto: al palato è immediatamente avvertibile l’amarevolezza del tarassaco e della genziana stemperata dall’aromaticità del timo e delle altre erbe.
Retrogusto: i fiori di sambuco e finale molto lungo
Feedback: Amaro Elegantemente Alpino
Matteo Zed